Menopausa e Premenopausa. Sintomi, cause e soluzioni

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per menopausa (spontanea) si intende la definitiva cessazione dei cicli mestruali come conseguenza dall’esaurimento della funzione follicolare ovarica.

È diagnosticata retrospettivamente dopo 12 mesi consecutivi di mancanza assoluta di mestruazione (per la quale non sia stata evidenziata un’altra causa).

Non esiste un marker biologico adeguato dell’evento.

La menopausa si caratterizza dapprima per un’anomala oscillazione e in seguito per la cessazione della produzione di estrogeni, gli ormoni sessuali femminili. È una fase normale della vita di ogni donna, non va vissuta come malattia o sintomo di invecchiamento ma come un passaggio naturale.

Menopausa: L'età variabile

La menopausa si caratterizza dapprima per un’anomala oscillazione e in seguito per la cessazione della produzione di estrogeni, gli ormoni sessuali femminili. È una fase normale della vita di ogni donna, non va vissuta come malattia o sintomo di invecchiamento ma come un passaggio naturale.

L’età̀ della menopausa è variabile con una media mondiale di circa 50 anni.

Se insorge prima dei 40 anni si definisce menopausa precoce.

Molto spesso si ingenera confusione tra le definizioni di menopausa.

Comprendere i diversi processi e fasi

La menopausa indotta segue la rimozione chirurgica delle ovaie (con o senza isterectomia) o la soppressione farmacologica della funzione ovarica o mediante chemioterapia o radiazioni.

Il termine premenopausa è riferito al periodo di 1 o 2 anni che precede l’ultima mestruazione ma andrebbe considerato come tutto il periodo della vita riproduttiva che la precede.

La peri menopausa include il periodo che precede immediatamente la menopausa fino al primo anno dopo l’ultima mestruazione. È soggettivamente variabile (mediamente 3 anni) andando dal momento in cui si verificano le modificazioni biologiche, endocrine e cliniche come l’inizio delle irregolarità̀ mestruali associate ad aumento dell’FSH ipofisario.

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Un periodo di cambiamenti

Il termine post menopausa si riferisce al periodo che segue l’ultima mestruazione.

Il climaterio è quella fase dell’età̀ della donna che precede e segue per un periodo variabile la transizione dalla fase riproduttiva a quella non riproduttiva includendo quindi la peri menopausa ed estendendosi ad un periodo più̀ lungo prima e dopo la peri menopausa.

Presenta sintomi come inizialmente irregolarità poi scomparsa del ciclo mestruale, vampate di calore, insonnia, nervosismo, urgenza urinaria, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale con difficoltà ai rapporti, comparsa di osteoporosi ed è variabile da donna a donna.

Oltre 8 donne su 10 in menopausa presentano vampate di calore che possono creare un forte disagio mentre circa il 50% lamenta sudorazione notturna associata a continui risvegli. Il sonno disturbato è un problema che affligge fino al 60% delle donne con effetti negativi sulle attività quotidiane, sulla produttività lavorativa e sulla qualità di vita in generale.

L'incontinenza urinaria nella menopausa

La secchezza vaginale interessa circa il 50 % delle donne. È importante in questa fase imparare a vivere una sessualità diversa e ritrovare una nuova sintonia di coppia.

L’incontinenza urinaria riguarda il 40 % delle donne dopo i 60 anni accentuandosi nella post menopausa

Dal punto di vista ormonale si ha un rialzo di FSH, LH e la diminuzione del 17 beta estradiolo (estrogeno).

È molto importante monitorizzare il contenuto di calcio osseo (MOC) perché la carenza estrogenica ne provoca un calo di assorbimento con riduzione della massa ossea e alterazioni architetturali della struttura ossea con comparsa di osteoporosi, soprattutto in presenza di familiarità per tale malattia, maggior rischio di fratture e comparsa di embolia nel 30% delle donne fratturate, il 15% delle quali andrà incontro a decesso nel giro di un anno. L’embolia in seguito a frattura osteoporotica è quindi una delle prime cause di morte nella donna.

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Le terapie non ormonali dei disturbi menopausali

Nel controllo dei sintomi postmenopausali vengono spesso utilizzati in prima scelta farmaci o preparati non ormonali o prodotti naturali dotati di un’azione simile a quella degli estrogeni. Per questo motivo, vengono definiti fito-estrogeni o estrogeni naturali.

Il più conosciuto e utilizzato è l’estratto di soia (isoflavonoidi della soia) che però si è dimostrato scarsamente efficace nel controllo dei sintomi più frequenti (vampate e sudorazioni notturne) sul lungo termine e non si è dimostrato efficace nel prevenire l’osteoporosi. Altri rimedi naturali che vengono proposti sono il trifoglio rosso e l’assunzione di preparati a base di cimifuga racemosa, una pianta originaria del Nord America che ha la capacità di contrastare soprattutto le vampate di calore.

Esistono inoltre farmaci molto efficaci che pur non essendo ormonali simulano l’azione dell’estrogeno senza averne gli effetti collaterali come il Tibolone e l’Ospemifene.

Terapia ormonale sostitutiva per la menopausa

La terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa consiste nel ridare alla donna gli ormoni sessuali che l’ovaio non produce più e cioè gli estrogeni, che però devono essere somministrati insieme al progesterone o a sostanze ad azione similare per proteggere l’utero, se presente, dal rischio di tumore dell’endometrio.

Permette di contrastare tutti i sintomi derivati dallo stato menopausale (vampate, depressione, irritabilità, insonnia, tachicardia, secchezza vaginale, diminuzione della massa ossea).

Possono beneficiare della TOS le donne sintomatiche, di età inferiore ai 60 anni e comunque entro i 10 anni dalla menopausa, dopo aver escluso la presenza di controindicazioni; le pazienti che presentino una menopausa precoce o che riferiscano una qualità di vita ridotta per uno o più sintomi riferibili alla menopausa così come le donne che non hanno avuto vantaggio dalle cosiddette terapie naturali. Inoltre è indicata qualora si riscontri un quadro di osteopenia od osteoporosi postmenopausale.

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Rischi e benefici dopo 5 anni di cura

Per quanto riguarda il tumore mammario si può affermare che fino a 5 anni di cura continuativa con la TOS non esiste sostanzialmente un incremento del rischio. Dopo i 5 anni è stata segnalata una piccola percentuale di incremento di tumore al seno quantificabile in 8 casi\anno in più su 10.000 donne. Nessun rischio aggiuntivo è previsto per le terapie estrogeniche locali (vaginali). Le controindicazioni assolute all’utilizzo della TOS sono l’aver avuto un tumore mammario e la storia di una pregressa malattia tromboembolica. In queste pazienti bisognerà ricorrere a terapie alternative non ormonali. Ci sono poi controindicazioni relative che devono essere vagliate singolarmente.

La terapia ormonale sostitutiva può essere prescritta con varie modalità di assunzione (compresse per via orale, creme, anello vaginale, cerotti transdermici). La donna e il medico valuteranno assieme quale modalità è più accettata e preferita.

Accertamenti Preliminari

Prima di prescrivere gli estrogeni il medico sottopone la donna ad alcuni accertamenti quali mammografia, ecografia pelvica, esami del sangue per escludere problemi coagulativi.

Va ricordato che accanto a terapie sistemiche come quelle accennate si possono effettuare anche terapie solo sintomatiche.